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Valutazione e Riabilitazione Cognitiva

CENTRO DI NEUROPSICOLOGIA della Cooperativa L'ARCA CHIAVENNA
Via G.B. Cerletti 19
c/o Centro il Girasole

Tel. +39 0343 990005

La neuropsicologia è un’attività clinica di diagnosi e cura dei processi cognitivi, comportamentali, affettivi e relazionali conseguenti a patologie e lesioni cerebrali. Queste patologie possono essere ­focali, pensiamo ad esempio ad un disturbo del linguaggio dovuto ad un ictus, oppure progressive, che iniziano con un sintomo, ad esempio un disturbo di memoria e poi peggiorano coinvolgendo anche altre funzioni cognitive.

Se un tuo caro è affetto da demenza senile/Alzheimer o manifesta sintomi di declino cognitivo o ha avuto un danno cerebrale (trauma cranico, emorragia cerebrale o ictus) è importante effettuare una valutazione ed eventualmente programmare un percorso riabilitativo ad hoc.

Cosa fa il NEUROPSICOLOGO?

  • risponde ad un sospetto diagnostico attraverso una valutazione neuropsicologica;
  • imposta e svolge un piano di trattamento mirato;
  • effettua un monitoraggio clinico;
  • fornisce le informazioni necessarie per la gestione del paziente da parte della famiglia o di una struttura/CDI.

 

  • l'arca neuropsicologia
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    Valutazione Neuropsicologica

    E’ un esame non invasivo, che ormai è entrato a far parte della routine clinica nella valutazione dello stato di salute, nella diagnosi e nella riabilitazione di molte malattie.

    Viene consigliata in presenza di:

    • Difficoltà di memoria
    • Difficoltà linguistiche
    • Difficoltà visuo-spaziali
    • Difficoltà attentive
    • Disorientamento
    • Demenza
    • Ictus ischemico o emorragico
    • Sclerosi Multipla
    • Trauma cranico
    • Interventi neurochirurgici

    A cosa serve

    La valutazione neuropsicologica ha l’obiettivo di valutare il funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale  di persone che hanno subito lesioni o disfunzioni cerebrali.

    La valutazione neuropsicologica può essere utile sia quale contributo alla diagnosi medica, aiutando ad orientarsi nella diagnosi differenziale (alcune patologie condividono alcuni sintomi, ma si differenziano per altri; ad esempio, l’umore depresso ha origine psicologica o organica? E’ l’umore depresso a influire sui “problemi di memoria” oppure c’è una tale compromissione della memoria da non poter essere considerata una conseguenza del calo dell’umore?), ma anche a capire quale sia l’esito, sul piano funzionale, di patologie cerebrali (ad es. ictus, trauma cranico ecc), o ancora,  per monitorare l’andamento delle funzioni cognitive rispetto alla precedente valutazione.

    Infine, l’esame neuropsicologico permette di mettere a punto il trattamento riabilitativo e di verificarne l’efficacia.


    Devo avere una malattia per fare una valutazione neuropsicologica?

    No, si può fare una valutazione neuropsicologica anche quando ci si accorge che:

    • le normali attività mentali quotidiane sono diventate difficoltose
    • la memoria è diminuita
    • prestare attenzione a lungo o pianificare le cose da fare diventa sempre più difficile
    • non sempre capisco quello che mi dicono, soprattutto quando c’è un po’ di confusione
    • faccio sempre più fatica a trovare le parole giuste
    • non mi sento più quello di una volta
    • il mio umore è cambiato

    Prevenire è meglio che curare: prima scopriamo se qualcosa non funziona più come dovrebbe, prima possiamo intervenire.


    Come funziona una valutazione neuropsicologica?

    Una valutazione ha principalmente tre momenti:

    • un colloquio in cui si valuta lo stato psicologico generale, si raccolgono le informazioni mediche e relative alla vita recente del paziente.
    • La somministrazione dei test cognitivi di valutazione del funzionamento mentale ed emotivo

    Queste due attività vengono svolte in un unico incontro della durata all’incirca di due ore.

    • una restituzione conclusiva sulla valutazione con l’ impostazione di un eventuale piano riabilitativo o indicazioni utili ai familiari per poter gestire la situazione.

    Riabilitazione e Stimolazione cognitiva

    Che differenza c’è tra una riabilitazione e una stimolazione cognitiva?

    Riabilitazione neuropsicologica

    La riabilitazione neuropsicologica è rivolta a persone di qualunque età che hanno subito una lesione cerebrale. È un intervento mirato a ristabilire il funzionamento cognitivo della persona il più vicino possibile a com’era prima dell’insorgenza dei deficit. Si riabilitano determinate funzioni cognitive (attenzione, memoria, linguaggio, capacità visuo-spaziali, ragionamento ecc) con l’intento di recuperarle. È un programma personalizzato, cioè mirato alle caratteristiche, ai bisogni e alle necessità di quel singolo paziente e della sua famiglia. Non esistono due persone uguali, quindi, non esistono due programmi riabilitativi identici.

    Stimolazione cognitiva

    La stimolazione cognitiva è un intervento globale che agisce su più funzioni cognitive, in genere viene effettuata in persone con deterioramento cognitivo (da lieve a moderato). Questo intervento non ha come obiettivo il recupero delle abilità cognitive perse o danneggiate ma il mantenimento  di quelle funzioni che ancora non sono state compromesse dalla malattia. Si parla di stimolazione cognitiva quando non è possibile un recupero delle difficoltà ma, attraverso un costante allenamento, si può cercare di contrastarne l'impatto.  Le sedute di stimolazione cognitiva sono utili per allenare le funzioni cognitive anche di persone che non hanno nessuna compromissione ma che vogliono sentirsi attive sul piano cognitivo.   Il programma di riabilitazione o di stimolazione cognitiva prevede un ciclo di almeno 10 sedute individuali a cadenza settimanale della durata di 50-60 minuti, in cui vengono proposti esercizi (sia carta-matita che computerizzati) con graduali livelli di difficoltà e lavoro a casa.

    Supporto ai familiari / Caregiver

    Nei percorsi sono comprese anche delle sessioni dedicate all’attività di supporto e formazione per i familiari dei pazienti; è infatti dimostrato che l’addestramento dei caregiver riduca loro lo stress, con un significativo miglioramento della qualità di vita propria e del propri cari.

    Le sedute sono individuali e hanno l’obiettivo di cogliere il significato di quanto sta accadendo dando spazio all’elaborazione dei vissuti e delle emozioni connesse al prendersi cura del proprio caro malato.

    Si aiuta il caregiver a comprendere che cos’è la demenza, la sua evoluzione e come gestire gli eventuali disturbi cognitivi e comportamentali che il malato presenta o manifesterà.

    Psicoterapia e attività di gruppo

    Psicoterapia

    La psicoterapia cognitivo-costruttivista sostiene che ognuno di noi dà un significato assolutamente personale agli eventi della sua vita.

    La relazione è lo strumento terapeutico privilegiato. Il focus principale è sulle emozioni e sui pensieri che accompagnano i comportamenti del paziente, l’intervento del terapeuta valorizza l’unicità e la singolarità della persona con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza delle modalità con cui entra in relazione con sè stesso e con le altre persone.

    In seduta, quindi, paziente e terapeuta lavorano insieme per aumentare la consapevolezza circa il proprio modo di funzionare nel mondo. Comprendere in che modo costruiamo la nostra esperienza e il significato che diamo a ciò che ci succede, può aiutare a capire gli eventi che ci hanno messo in crisi e di conseguenza a superarli.

    Suggerita in caso di:

    • Difficoltà individuali, familiari e di relazione
    • Depressione
    • Ansia e attacchi di panico
    • Paure e fobie
    • Ossessioni e compulsioni
    • Disturbi psico-somatici
    • Conflitti di coppia
    • Disordini del comportamento alimentare
    • Elaborazione del lutto
    • Traumi e Disturbi da Stress Post Traumatico

    Palestra della mente

    Sono previsti 8 incontri da un’ora e mezza

    Come ci prendiamo cura di noi stessi? Lo stress, l’età che avanza, gli eventi imprevedibili della vita: sono solo alcuni aspetti che rendono difficile concentrarsi davvero su di sé.

    Prendersi un po’ di tempo per rilassare e nello stesso tempo allenare la mente potrebbe essere un primo passo verso un miglior benessere psico-fisico.

    Proponiamo piccoli gruppi di ginnastica mentale con esercitazioni pratiche e giochi di attenzione, logica, memoria, ragionamento. Per stimolare il cervello e mantenersi attivi.

    Saranno previsti momenti di discussione di gruppo e di educazione alla salute mentale e un’introduzione alla meditazione per prendersi cura di sé.

    Obiettivi:

    • Migliorare il benessere mentale ed emotivo attraverso giochi cognitivi e esercitazioni pratiche
    • Aumentare la consapevolezza di come il proprio corpo reagisce allo stress e quali fattori intervengono a mantenerlo.
    • Imparare strumenti per affrontare lo stress da utilizzare nella vita di tutti i giorni.
    • Stimolare la socializzazione e il divertimento.

    Training autogeno

    Sono previsti 8 incontri da un’ora

    Il training autogeno è una tecnica di rilassamento conosciuta in tutto il mondo per la vastità dei campi di applicazione che può vantare. Si tratta di un allenamento speciale che agisce sul delicato equilibrio tra mente e corpo, aiutando a liberare e dare sollievo alla mente sottoposta alle più disparate pressioni psichiche. Consiste in una serie di esercizi di concentrazione che si focalizzano su diverse zone corporee, allo scopo di ottenere un generale stato di rilassamento sia a livello fisico che psichico.La caratteristica fondamentale di questo metodo è la possibilità di ottenere, attraverso esercizi che potremmo considerare "mentali", delle reali modifiche corporee, che a loro volta sono in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo.

    Attraverso il training autogeno si possono ottenere:

    • Più profondo e rapido recupero di energie
    • Autoinduzione di calma che avviene tramite il rilassamento interiore attraverso lo “smorzamento della risonanza affettiva” (così come un muscolo è contratto quando prevale un’emozione di paura, rabbia, se si rilassa il muscolo si genererà lo smorzamento dell’emozione che diventa un pallido pensiero).
    • Autoregolazione di funzioni corporee altrimenti involontarie (es. circolazione sanguigna)
    • Miglioramento delle prestazioni (es. memoria e concentrazione)
    • Diminuzione della percezione del dolore
    • Autodeterminazione per mezzo della formulazione di proponimenti che agiscono automaticamente come le suggestioni post-ipnotiche
    • Miglioramento dell’introspezione e autocontrollo

    L’apprendimento del Training Autogeno è particolarmente indicato in caso di alcune patologie:

    • disturbi funzionali e somatizzazioni di tipo neurovegetativo (cefalee, tachicardie, problemi circolatori e respiratori, disturbi digestivi);
    • fobie e disturbi d’ansia
    • disturbi del sonno.